Lavoro e HR

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Ferie e malattia: quali rapporti?

L’assenza per malattia e quella per ferie rappresentano due diritti di rango costituzionale che, non di rado, possono “sovrapporsi”. Può infatti accadere che il lavoratore cada malato prima della, o durante la, fruizione di un periodo di ferie, così come è possibile che egli chieda, in vista dell’esaurirsi del periodo di comporto, di fruire delle ferie residue (ossia quelle maturate ma non ancora godute) al fine di evitare il licenziamento.
 
Tutte queste situazioni sono state più volte affrontate dalla giurisprudenza, la quale ha – di volta in volta – affermato i principi delineati nella tabella che segue.
 

FATTISPECIE DISCIPLINA
Malattia insorta prima delle ferie L’insorgenza di uno stato di malattia che si verifichi prima dell’inizio di un periodo di ferie (individuali o collettive, e quindi anche per chiusura degli stabilimenti) comporta l’impossibilità a fruire delle ferie programmate: i relativi giorni saranno recuperati, in tutto o in parte, in un secondo momento, previo accordo con il datore di lavoro.
Malattia durante un periodo di ferie La malattia che si verifica mentre il lavoratore sta fruendo di un periodo di ferie sospende il decorso delle ferie solo se è di gravità tale da pregiudicare o impedire la funzione propria delle ferie, ossia il recupero delle energie psicofisiche. Alcuni CCNL condizionano tale effetto sospensivo a una prognosi con durata minima (es. 5 giorni) o al ricovero ospedaliero. In ogni caso, il lavoratore ha l’onere di informare il datore (inviando il numero di protocollo del certificato medico), e il datore può richiedere all’Inps le visite di controllo.
Richiesta di ferie
al termine
del comporto
Il lavoratore che veda avvicinarsi la fine del comporto, e che abbia già fruito dell’eventuale aspettativa prevista dal contratto, può chiedere di fruire delle ferie residue per evitare il licenziamento: grava quindi sul datore di lavoro, al quale è riservato il diritto di scelta del tempo delle ferie, dimostrare di aver tenuto conto del fondamentale interesse del dipendente a evitare la perdita del posto per scadenza del comporto; se il datore di lavoro non dimostra quanto appena sopra, il licenziamento è illegittimo (Cass. 14 aprile 2016, n. 7433).

 
 
A cura di Alberto Bosco – Esperto di diritto del lavoro, Giuslavorista, Pubblicista de Il Sole24Ore. Consulente aziendale e formatore.

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