FAQ • Crisi di impresa

L’indice di liquidità e i crediti iscritti
nell’attivo circolante

Il CNDCEC, tra gli indici di allerta, ha proposto l’indice di liquidità dato dal rapporto tra Attività a breve su Passività a breve. Tra le voci dell’attivo corrente ci sono anche i crediti entro i dodici mesi. Ci si chiede quale potrebbe essere una giusta interpretazione dei crediti a breve iscritti in bilancio fermo restando i valori “standard” per classi di imprese proposti dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.

Con riferimento ai crediti, necessita innanzitutto comprendere se trattasi di crediti di natura commerciale, ricompresi nella voce C) II) dell’attivo circolante, escludendo la parte riscuotibile oltre l’esercizio successivo e quindi non ricompresi nell’attivo circolante, piuttosto che di crediti di natura finanziaria iscritti nella voce B), III), 2), estraendo solo la parte liquidabile entro l’esercizio successivo.

Ciò permetterebbe, innanzitutto, di fare alcune considerazioni relativamente ai crediti derivanti da operazioni commerciali, per i quali potrebbe essere opportuno verificare con attenzione il loro grado di esigibilità evidenziando eventuali difficoltà che potrebbero manifestarsi nei mesi successivi con riferimento all’incasso. La liquidabilità dell’attivo corrente, a copertura dell’estinzione dei debiti a breve, in un processo di analisi sulla continuità aziendale ha indubbiamente un’importanza notevole. In tal senso, sarebbe auspicabile valutare attentamente, ad esempio, i crediti distinguendoli per classi omogenee di clienti. Così come sarebbe necessario comprendere la rotazione e la durata dei crediti, per determinare i tempi medi di incasso rispetto ai tempi medi di pagamento dei debiti di fornitura e, per una maggiore completezza, anche di non fornitura (dipendenti, istituti di credito, ecc.).

Con riferimento ai crediti di natura non commerciale, ovvero finanziari, anche se non menzionati in modo esplicito negli indici di allerta, potrebbe essere interessante trattarli nell’ambito della determinazione della posizione finanziaria netta. In questo modo si avrà la possibilità di avere un focus sulla dinamica monetaria dei flussi della gestione finanziaria in entrata ed in uscita, per una valutazione più compiuta sulla continuità d’impresa.


A cura di Nicola Lucido – Dottore Commercialista in Pescara, Dottore di ricerca in Economia Aziendale, Ricercatore area aziendale Fondazione Nazionale dei Commercialisti.

Con queste FAQ cerchiamo di rispondere ai principali dubbi degli operatori che sono alle prese con la gestione dei nuovi obblighi introdotti dal codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Gli argomenti oggetto delle FAQ saranno trattati su questo portale anche in maniera più approfondita.

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