Lavoro e HR

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Il nuovo assegno di disoccupazione (ASDI)

Il nuovo schema di decreto legislativo, emesso come previsto dal Jobs Act,  all’articolo 15, dispone che, a decorrere dal 1° maggio 2015 è istituito l’Assegno di disoccupazione (ASDI), in via sperimentale per il solo 2015 (per gli anni successivi si dovrà provvedere con appositi provvedimenti), allo scopo di fornire una tutela di sostegno al reddito ai lavoratori percettori della NASpI i quali:
a) abbiano già fruito di questa prestazione per tutta la sua durata senza trovare occupazione; e
b) si trovino in condizione economica di bisogno, come definita con apposito decreto in relazione all’ISEE presentato dall’interessato.
Nella prima fase, dato che le risorse sono limitate a 300 milioni di euro, gli interventi sono riservati anzitutto ai lavoratori che appartengono ai nuclei familiari con minorenni, e quindi a quelli in età vicina al pensionamento, ma che non abbiano ancora maturato i requisiti.
L’ASDI è erogato per una durata massima di 6 mesi ed è pari al 75% dell’ultimo trattamento percepito ai fini della NASpI, se questo non è superiore alla misura dell’assegno sociale, ed è aumentato per gli eventuali carichi familiari del lavoratore, secondo le modalità che saranno specificate con un successivo decreto, il quale stabilirà anche l’ammontare massimo complessivo della prestazione. Il medesimo decreto, per incentivare la ricerca attiva di lavoro, stabilirà i limiti di cumulo dei redditi derivanti da un’eventuale nuova occupazione con il sostegno economico.
Il sostegno economico – che viene erogato dall’Inps tramite uno strumento di pagamento elettronico – è condizionato all’adesione a un progetto personalizzato redatto dai servizi per l’impiego, secondo modalità che saranno definite dal Ministero del lavoro, il quale dovrà disciplinare gli specifici impegni di ricerca attiva di lavoro, disponibilità a partecipare a iniziative di orientamento e formazione, e accettazione di adeguate proposte di lavoro. La partecipazione alle iniziative di attivazione proposte è obbligatoria, pena la perdita del beneficio.
A cura di Alberto Bosco – Esperto di diritto del lavoro, Giuslavorista, Pubblicista de Il Sole24Ore. Consulente aziendale e formatore

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