Processo Civile Telematico – Obbligatorietà del deposito telematico per tutti gli atti del processo
Come è noto l’emergenza relativa al COVID19 ha portato all’emanazione di numerosi provvedimenti di urgenza da parte del Governo.
Tali provvedimenti hanno recentemente riguardato anche il mondo della giustizia; in particolare il DPCM 8 marzo 2020 n. 11, reperibile nel suo testo ufficiale a questo link, ha previsto tutta una serie di misure relative allo svolgimento delle udienze, alla decorrenza dei termini processuali e alle modalità di deposito degli atti.
Per quanto attiene alla nostra analisi, di particolare interesse risulta essere il disposto di cui all’art. 2 comma 6 del suddetto decreto. Il comma de quo stabilisce, nella sua prima parte, come: “Dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino al 31 maggio 2020, negli uffici che hanno la disponibilità del servizio di deposito telematico anche gli atti e documenti di cui all’articolo 16-bis, comma 1-bis, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, sono depositati esclusivamente con le modalità previste dal comma 1 del medesimo articolo.”
Gli atti e documenti di cui all’art. 16-bis comma 1-bis non sono altro che i così detti “atti soggetti a deposito telematico facoltativo” e quindi tutti quelli non rientranti nell’obbligatorietà prevista dal comma 1 del medesimo articolo.
Per completezza si ricorda che detto comma 1 prevede: “Salvo quanto previsto dal comma 5, a decorrere dal 30 giugno 2014 nei procedimenti civili, contenziosi o di volontaria giurisdizione, innanzi al tribunale, il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte dei difensori delle parti precedentemente costituite ha luogo esclusivamente con modalità telematiche, nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici.”.
Sino ad oggi, quindi, gli atti esclusi dall’obbligatorietà del deposito telematico, erano quelli di costituzione della parte in giudizio quali, ad esempio: atti di citazione, comparse di costituzione, ricorsi, etc…
A seguito dell’entrata in vigore del DPCM sopra richiamato (e quindi a partire dal 9 marzo 2020 e sino al 31 maggio 2020) è stato oggi reso obbligatorio il deposito telematico anche di queste tipologie di atti, ciò dinanzi alla Corte d’Appello e al Tribunale, rimanendo invece esclusi – almeno per il momento – Giudice di Pace e Corte di Cassazione.
Oltre a ciò vi è da prestare particolare attenzione alla seconda parte dell’art. 2 comma 6 del DPCM 8 marzo 2020 n. 11, che prescrive: “Gli obblighi di pagamento del contributo unificato di cui all’articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, nonché l’anticipazione forfettaria di cui all’articolo 30 del medesimo decreto, connessi al deposito degli atti con le modalità previste dal periodo precedente, sono assolti con sistemi telematici di pagamento anche tramite la piattaforma tecnologica di cui all’articolo 5, comma 2, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.”.
Unitamente al deposito obbligatoriamente telematico di tutti gli atti del processo civile, infatti, è stato previsto anche il versamento del contributo unificato con modalità digitali come unica modalità possibile per tale l’adempimento.
Questo comporterà l’impossibilità di far ricorso al contributo unificato su marca da bollo per l’iscrizione a ruolo delle procedure presso Tribunale e Corte d’Appello.
Ciò, come logico, è determinato dalla volontà di evitare quanto più possibile il contatto fra gli avvocati e gli uffici di cancelleria che – come è noto – richiedevano da sempre la consegna del contributo unificato in originale, anche se l’atto di riferimento fosse stato depositato con modalità telematiche.
A tal fine si ricorda che per tale adempimento potrà essere utilizzato il canale messo a disposizione da parte del Ministero della Giustizia e presente sul portale pst.giustizia.it
Per maggiori informazioni sulle modalità operative di versamento telematico del contributo unificato, si rimanda al vademecum – reperibile a questo link – realizzato qualche anno fa dallo stesso Ministero della Giustizia.
A cura di Luca Sileni – Avv.to iscritto all’ordine di Grosseto referente informatico dell’ODA di Grosseto e Segretario del Centro Studi Processo Telematico