Anche per il Tribunale di Milano i Riders sono lavoratori subordinati
Resta aperta la questione dell’inquadramento giuslavoristico dei ciclo fattorini che consegnano pizze e sushi nelle nostre case e negli uffici, a prescindere dal tentativo di regolamentazione operato con le nuove disposizioni introdotte nel decreto legislativo n. 81/2015.
Infatti, con gli articoli 47-bis e seguenti del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, si è tentato di stabilire livelli minimi di tutela per i lavoratori autonomi che svolgono attività di consegna di beni per conto altrui, in ambito urbano e con l’ausilio di velocipedi o veicoli a motore di cui all’articolo 47, co. 2, lettera a), del codice della strada (ossia il decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285), attraverso piattaforme anche digitali.
Tale esperimento, tuttavia, pare non funzionare, specialmente nelle aule di giustizia. Dopo alcune altre decisioni, infatti, anche il Tribunale di Milano – con sentenza del 20 aprile scorso – ha ravvisato i requisiti della subordinazione, con conseguente obbligo del datore di lavoro di instaurare un vero e proprio contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato.
A tale conclusione, il giudice meneghino è giunto dopo aver verificato che la prestazione del rider era gestita in modo puntuale e vincolante da parte dell’algoritmo che governa la piattaforma, operante sull’apposita applicazione installata sullo smartphone del lavoratore.
Valore decisivo hanno assunto alcuni elementi quali l’accesso (condizionato dal punteggio del singolo fattorini) al sistema di prenotazioni; la decurtazione di “punti” in talune circostanze; l’obbligo del lavoratore di trovarsi nelle immediate vicinanze dei locali di ritiro (ristoranti e simili). Tutto ciò a prescindere dalla possibilità di accettare o meno l’incarico.
Quindi, in definitiva, è stato applicato il CCNL Commercio (in uso presso la Società), con riferimento al 6° livello di inquadramento, con orario a tempo pieno pari a 40 ore settimanali.
Alla luce di quanto sopra, paiono sempre più convincenti le scelte di alcune società del settore, che stanno gradualmente convertendo tutti i rapporti di lavoro in esame verso le tipologie del lavoro a tempo parziale o del contratto di lavoro a chiamata.