Auto elettriche: il “pieno” si fa in azienda
Come sempre, l’evoluzione economica e sociale “anticipa” le regole. Di seguito diamo brevemente conto di un interessante intervento con il quale l’Agenzia delle Entrate ha ammesso, a determinate condizioni, che i dipendenti possano provvedere alla ricarica della propria auto elettrica presso l’azienda, senza che tale benefit venga considerato come reddito da lavoro dipendente.
Ed ecco il caso: una società, che ha fatto della “sostenibilità ambientale” – anche verso i propri dipendenti – una leva strategica di sviluppo, intende sensibilizzarli a ricorrere alla mobilità elettrica, rinnovando il parco auto aziendale con automezzi elettrici o a tecnologia ibrida. A tal fine, essa intende riconoscere – stipulando un apposito accordo collettivo – 6 mesi di ricarica gratuita ai dipendenti che acquistano auto elettriche entro una certa data, utilizzando ove possibile l’energia elettrica prodotta dai propri impianti fotovoltaici o idroelettrici o, in alternativa, ove ciò non sia praticabile, stipulando convenzioni con soggetti terzi fornitori delle ricariche, stabilendo precise limitazioni, quali il numero massimo di ricariche effettuabili, per evitare abusi. Quindi, chiede l’azienda: qual è il trattamento tributario da applicare al benefit?
Ebbene, l’Agenzia delle Entrate (risposta a interpello 10 giugno 2022, n. 329) – premesso che l’art. 51, co. 2, lettera f), del Tuir (DPR n. 917/1986), dispone che non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente l’utilizzazione delle opere e dei servizi riconosciuti dal datore volontariamente o in conformità a disposizioni di contratto, accordo o regolamento aziendale offerti alla generalità dei dipendenti o a loro categorie, per finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto – ha affermato che tale norma può applicarsi anche nel caso in cui il datore, al fine di promuovere un utilizzo consapevole delle risorse e atteggiamenti responsabili dei dipendenti verso l’ambiente, con il ricorso alla mobilità elettrica, offra loro il servizio di ricarica dell’auto elettrica: in tale contesto, infatti, può individuarsi una finalità di educazione ambientale perseguita dall’azienda.
Quindi, in pratica, sul presupposto che il servizio di ricarica gratuito che l’azienda offrirà per sei mesi a tutti i dipendenti acquirenti di auto elettriche entro un dato periodo di tempo, utilizzando ove possibile l’energia elettrica prodotta dai propri impianti fotovoltaici o idroelettrici (o, in alternativa, stipulando una convenzione con un soggetto terzo fornitore del servizio di ricarica), sia limitato in termini di importo e/o di KW totali di ricariche effettuabili al fine di evitare abusi e soddisfi il requisito della finalità educativa previsto dall’art. 51, co. 2, lettera f), del Tuir, il relativo benefit beneficia dell’esclusione dal reddito di lavoro dipendente.