Processo civile telematico

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Nota del Primo Presidente della Corte di Cassazione in merito all’obbligatorietà del deposito telematico

La Suprema Corte torna a sottolineare l'inderogabilità delle nuove modalità di deposito a meno di disservizi dei sistemi informatici ministeriali.

Come è noto l’art. 35 comma 2 del D.Lgs. n. 149/2022, ossia della così detta “Riforma Cartabia”, stabilisce come, a partire dal 1° gennaio 2023, sussista l’obbligo di deposito telematico di tutti gli atti da trasmettersi ai Tribunali, alle Corti d’Appello e alla Suprema Corte di Cassazione, ciò in base al chiaro disposto del nuovo art. 196-quater delle disposizioni di attuazione al codice di procedura civile.

Il Primo Presidente della Suprema Corte, con nota del 7 febbraio 2023, ha precisato che la prescrizione relativa al deposito telematico obbligatorio “deve intendersi a pena di inammissibilità, tenuto conto che le eccezioni a tale principio sono rigorose e tassative, legate essenzialmente al mancato funzionamento dei sistemi informatici del dominio giustizia.”

Con detta nota, quindi, il Presidente Curzio ha inteso precisare che nessun atto in forma cartacea potrà essere più trasmesso alle suddette Curie, ciò a pena di completa inammissibilità del deposito, ciò – logicamente – a meno di gravi disservizi o blocco dei sistemi informatici ministeriali.

Il Primo Presidente, poi, ha tenuto ulteriormente a ribadire come anche per quanto riguarda il deposito in cancelleria di ricorso, controricorso e memorie illustrative, detto obbligo riguardi anche gli atti e documenti allegati, i quali, ove in formato analogico, dovranno essere oggetto di scansione e di trasmissione telematicamente unitamente all’atto principale.

Si ricorda, infine, che detto obbligo entrerà in vigore anche per le cause da iscriversi dinanzi al Giudice di Pace ma solo a decorrere – salvo anticipazioni – dal 30 giugno 2023.

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