Lavoro e HR

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Somministrazione irregolare: queste le conseguenze

L’articolo 38 del D.Lgs. n. 81/2015 dispone che, nel caso in cui la somministrazione avvenga al di fuori dei limiti e delle condizioni previste, e quindi nei seguenti casi:
a) vi sia stato l’impiego di lavoratori somministrati a tempo indeterminato in misura superiore al 20% dei lavoratori “stabili” in forza presso l’utilizzatore al 1° gennaio, ovvero in misura superiore a quella prevista dal contratto collettivo;
b) la somministrazione sia avvenuta in violazione di uno dei divieti previsti;
c) il contratto non specifica gli estremi dell’autorizzazione rilasciata al somministratore o il numero di lavoratori da somministrare;
d) il contratto non specifica gli eventuali rischi per la salute e la sicurezza del lavoratore e le misure di prevenzione adottate;
e) il contratto non specifica la data di inizio e la durata prevista della somministrazione;
il lavoratore può chiedere, anche nei confronti del solo utilizzatore, la costituzione di un rapporto di lavoro alle sue dipendenze, con effetto dall’inizio della somministrazione.
A tal fine, il contratto va impugnato entro 60 giorni dalla data in cui il lavoratore ha cessato di svolgere l’attività presso l’utilizzatore. Se il giudice accoglie la domanda, dichiara costituito il rapporto direttamente con l’utilizzatore, e lo condanna anche a risarcire il danno al lavoratore mediante il pagamento di una un’indennità onnicomprensiva che va da un minimo di 2,5 fino a un massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del TFR.
In tal caso, però, tutti i pagamenti effettuati dal somministratore, a titolo di retribuzione o di contribuzione, valgono a liberare il soggetto che ha effettivamente utilizzato la prestazione dal debito corrispondente fino a concorrenza della somma effettivamente pagata; inoltre, tutti gli atti compiuti o ricevuti dal somministratore nella costituzione o gestione del rapporto, per il periodo in cui la somministrazione ha avuto luogo, si intendono come compiuti o ricevuti dal soggetto che ha effettivamente utilizzato la prestazione.
A cura di Alberto Bosco – Esperto di diritto del lavoro, Giuslavorista, Pubblicista de Il Sole24Ore. Consulente aziendale e formatore.

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