Processo civile telematico

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Processo Civile Telematico – Archivio giurisprudenziale di merito

Con articolo dello scorso marzo, consultabile integralmente a questo link, avevamo annunciato la sospensione della consultazione degli archivi giurisprudenziali di merito per alcuni mesi, ciò al fine di permettere delle modifiche evolutive alla piattaforma di consultazione.
Con l’ultimo stop dei sistemi informatici ministeriali è stato ripristinato l’accesso all’archivio de quo che, da lunedì 9 luglio 2018, è tornato pienamente accessibile e funzionante.
Come si può agevolmente notare dall’immagine (fig. 1) che segue, il Portale dei Servizi Telematici del Ministero della Giustizia (raggiungibile all’indirizzo: https://pst.giustizia.it ) annovera ora tra i servizi riservati anche “Archivio Giurisprudenziale Nazionale” ove è appunto contenuta una banca dati gratuita contenente la giurisprudenza di merito dei tribunali italiani.

L’accesso, come detto, è di tipo riservato e quindi non pienamente libero ma consentito unicamente ai soggetti censiti nel Registro Generale degli Indirizzi Elettronici (REGINDE), cioè a colore che hanno comunemente accesso alle funzionalità del Processo Civile Telematico.
Per effettuare il login sarà necessario un certificato CNS e quindi la chiavetta di firma digitale normalmente in dotazione ad avvocati e CTU.
La maschera di ricerca delle pronunce è sostanzialmente suddivisa in due macro sezioni, la prima che consente la ricerca di pronunce relative a fascicoli di cui si conoscono i riferimenti principali, quali ad esempio Tribunale e numero di ruolo

La seconda, invece, che consente una ricerca di carattere generale, ad esempio su argomento, curia o per testo incluso nel provvedimento (vedi fig. 3).
Logicamente la ricerca per testo condurrà a risultati unicamente qualora il provvedimento sia stato redatto in PDF testuale e non anche qualora sia stato inserito dalla cancelleria come scansione di atto cartaceo.
Proprio per tale ragione, in calce alla schermata di cui alla fig. 3, è presente l’opzione “includi documenti cartacei digitalizzati” che potrà essere eventualmente deselezionata se non di interesse.

Una volta avviata la ricerca, il sistema restituirà un elenco delle pronunce che abbiano diretta attinenza con i criteri di ricerca selezionati (vedi fig. 4)

Problematica che, anche a seguito di questo corposo aggiornamento, non pare essere stata risolta è quella dell’anonimizzazione dei provvedimenti.
Le sentenze, infatti, appaiono sia nell’elenco che all’interno dei provvedimenti veri e propri, complete dei nomi e di riferimenti delle parti e dei loro legali.
Ad ogni modo questo strumento appare di sicura utilità e si auspica che sempre più magistrati consentano la pubblicazione dei propri provvedimenti all’interno dell’archivio giurisprudenziale de quo.
 
 
 
 
A cura di Luca Sileni – Avv.to iscritto all’ordine di Grosseto referente informatico dell’ODA di Grosseto e Segretario del Centro Studi Processo Telematico

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