L’udienza ai tempi del Coronavirus
Come è noto, a causa dell’emergenza relativa al COVID-19, il Governo ha emanato numerosi provvedimenti di urgenza per regolare le attività quotidiane dei cittadini.
All’interno di tali attività quotidiane, come è logico, è ricompresa anche l’amministrazione della giustizia che, nonostante il provvedimento di sospensione delle attività ordinarie fino – salvo proroghe – al prossimo 15 aprile, ha dovuto e deve fare i conti con le misure di sicurezza imposte dal Governo in tema di distanziamento sociale e divieto di assembramento.
Impensabile, difatti, sarebbe procedere – subito dopo la conclusione del periodo di sospensione sopra menzionato – al riavvio dell’attività ordinaria a cui giornalmente siamo abituati e che vede Tribunali affollati di Avvocati, Magistrati e parti del processo.
A tal fine, all’interno del Decreto Legge 18/2020 (il cui testo integrale è consultabile a questo link) e precisamente all’art. 83 di detto provvedimento, sono state previste una serie di misure che, i capi degli uffici giudiziari – di concerto con i Consigli degli Ordini degli Avvocati – potranno adottare per lo svolgimento delle udienze dal 15 aprile al 30 giugno 2020; data – quest’ultima – in cui l’emergenza sanitaria sarà – almeno auspicabilmente – rientrata.
Proprio in tal senso, il comma 6 del sopra citato art. 83, espressamente prevede: “Per contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 e contenerne gli effetti negativi sullo svolgimento dell’attività giudiziaria, per il periodo compreso tra il 16 aprile e il 30 giugno 2020 i capi degli uffici giudiziari, sentiti l’autorità sanitaria regionale, per il tramite del Presidente della Giunta della Regione, e il Consiglio dell’ordine degli avvocati, adottano le misure organizzative, anche relative alla trattazione degli affari giudiziari, necessarie per consentire il rispetto delle indicazioni igienico-sanitarie fornite dal Ministero della salute, anche d’intesa con le Regioni, dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, dal Ministero della giustizia e delle prescrizioni adottate in materia con decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, al fine di evitare assembramenti all’interno dell’ufficio giudiziario e contatti ravvicinati tra le persone. Per gli uffici diversi dalla Corte suprema di cassazione e dalla Procura generale presso la Corte di cassazione, le misure sono adottate d’intesa con il Presidente della Corte d’appello e con il Procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’appello dei rispettivi distretti.”
Orbene, quindi, proprio in questi giorni i nostri uffici giudiziari stanno approntando una serie di misure idonee a rispettare le prescrizioni sopra riportate, facendole confluire all’interno di specifici protocolli che – purtroppo – potranno essere grandemente diversi da una Curia all’altra.
Da questo punto di vista, forse, sarebbe stato auspicabile un intervento del Governo che indicasse direttamente gli strumenti da utilizzare, lasciando minore spazio di manovra ai singoli uffici giudiziari; ciò perché – come appare lampante – questo porterà ad una forte disarmonia nello svolgimento delle udienze e dell’attività giudiziaria nei vari Tribunali e Corti d’Appello d’Italia.
Ciò precisato, comunque, vediamo di quali misure stiamo parlando, sottolineando che le stesse potranno essere assunte in modo alternativo o anche congiunto a seconda dei singoli protocolli.
Le misure de quibus sono organicamente riportate all’interno del comma 7 del più volte citato art. 83, il quale specifica: “Per assicurare le finalità di cui al comma 6, i capi degli uffici giudiziari possono adottare le seguenti misure:
a) la limitazione dell’accesso del pubblico agli uffici giudiziari, garantendo comunque l’accesso alle persone che debbono svolgervi attività urgenti;
b) la limitazione, sentito il dirigente amministrativo, dell’orario di apertura al pubblico degli uffici anche in deroga a quanto disposto dall’articolo 162 della legge 23 ottobre 1960, n. 1196 ovvero, in via residuale e solo per gli uffici che non erogano servizi urgenti, la chiusura al pubblico;
c) la regolamentazione dell’accesso ai servizi, previa prenotazione, anche tramite mezzi di comunicazione telefonica o telematica, curando che la convocazione degli utenti sia scaglionata per orari fissi, nonché l’adozione di ogni misura ritenuta necessaria per evitare forme di assembramento;
d) l’adozione di linee guida vincolanti per la fissazione e la trattazione delle udienze;
e) la celebrazione a porte chiuse, ai sensi dell’articolo 472, comma 3, del codice di procedura penale, di tutte le udienze penali pubbliche o di singole udienze e, ai sensi dell’articolo 128 del codice di procedura civile, delle udienze civili pubbliche;
f) la previsione dello svolgimento delle udienze civili che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori e dalle parti mediante collegamenti da remoto individuati e regolati con provvedimento del Direttore generale dei sistemi informativi e automatizzati del Ministero della giustizia. Lo svolgimento dell’udienza deve in ogni caso avvenire con modalità idonee a
salvaguardare il contraddittorio e l’effettiva partecipazione delle parti. Prima dell’udienza il giudice fa comunicare ai procuratori delle parti e al pubblico ministero, se è prevista la sua partecipazione, giorno, ora e modalità di collegamento. All’udienza il giudice dà atto a verbale delle modalità con cui si accerta dell’identità dei soggetti partecipanti e, ove trattasi di parti, della loro libera volontà di tutte le ulteriori operazioni è dato atto nel processo verbale;
g) la previsione del rinvio delle udienze a data successiva al 30 giugno 2020 nei procedimenti civili e penali, con le eccezioni indicate al comma 3;
h) lo svolgimento delle udienze civili che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori delle parti mediante lo scambio e il deposito in telematico di note scritte contenenti le sole istanze e conclusioni, e la successiva adozione fuori udienza del provvedimento del giudice.”
Per quanto è dato sapere allo scrivente, le misure che – ad oggi – sono state maggiormente adottate dai vari uffici giudiziari, sono quelle di cui alle lettere f) g) e h) anche se in modo congiunto e non alternativo.
Molti procedimenti considerati “non urgenti”, difatti, sono stati semplicemente rinviati a data successiva al 30 giugno 2020, facendo appunto riferimento alla lettera g) sopra citata.
Per le procedure che, invece, necessitano inderogabilmente di trattazione e per quelle che non comportino particolare difficoltà durante lo svolgimento dell’udienza (come ad esempio le udienze di precisazione delle conclusioni), i Tribunali e le Corti d’Appello hanno fatto prevalente ricorso alla così detta “trattazione scritta” e prevista dalla lettera h) del comma sopra riportato.
In buona sostanza, il Giudice avrà la possibilità – facendo ad esempio riferimento proprio all’udienza di precisazione delle conclusioni – di concedere alle parti un termine per l’invio telematico delle conclusioni, all’esito del quale il giudicante potrà assumere provvedimento volto a trattenere la causa in decisione e a concedere i termini di cui all’art. 190 c.p.c.
La misura di cui – probabilmente – si è più discusso e dibattuto è invece quella relativa all’udienza da remoto e quindi tramite videoconferenza. Tale misura, infatti, è stata attuata attraverso un provvedimento della DGSIA – in attuazione del D.L. 18/2020 oggi in commento – che ha indicato in “Sky for Business” e in “Teams” gli strumenti utilizzabili per lo svolgimento di tali udienze.
Entrambi i prodotti sono della Microsoft e ci si chiede se – senza voler fare inutile polemica – non sarebbe stato più indicato far ricadere la scelta su strumenti open source o comunque gratuiti per l’amministrazione che, proprio in queste settimane di fervente attività in smart working, si sono dimostrati più che adeguati allo scopo; ciò detto – comunque – si consiglia la consultazione della guida realizzata dalla FIIF (Fondazione Italiana per l’Innovazione Forense del CNF) per l’utilizzo di Teams ato Avvocato e reperibile a questo link, tale ultimo strumento, infatti, rappresenterà certamente la soluzione più utilizzata dai Magistrati per tale attività.