Lavoro e HR

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Conciliazioni monocratiche e diffide accertative

Nel documento che fornisce le linee guida 2015 per gli ispettori, il Ministero rimarca l’importanza della conciliazione monocratica e della diffida accertativa per risolvere le situazioni controverse.
Il decreto legislativo 23 aprile 2004, n. 124 (art. 11), prevede che, se è richiesta l’ispezione della DTL e vi sono elementi per conciliare la controversia, la DTL può proporre la conciliazione sulle questioni segnalate. In caso di accordo, il verbale sottoscritto dalle parti è dichiarato esecutivo con decreto del giudice: il procedimento ispettivo si estingue con il pagamento delle somme dovute al lavoratore e il versamento dei contributi sulle somme concordate in sede conciliativa, in relazione al periodo lavorativo riconosciuto dalle parti. In caso contrario, ossia se manca l’accordo o se (una o entrambe) le parti non si presentano, la DTL dà seguito all’ispezione.
La norma consente la conciliazione anche nel corso dell’attività di vigilanza se l’ispettore ritiene che vi sono i presupposti per un accordo: in questo caso egli, acquisito il consenso delle parti, informa la DTL perché attivi la procedura di cui sopra. L’altro strumento è costituito dalla diffida accertativa (art. 12 del D.Lgs. n. 124/2004): se durante l’ispezione emergono inosservanze al contratto da cui scaturiscono crediti patrimoniali dei lavoratori, l’ispettore diffida il datore a corrispondere gli importi risultanti dagli accertamenti. Il datore, entro 30 giorni dalla notifica della diffida, può promuovere un tentativo di conciliazione presso la DTL. In caso di sottoscrizione del verbale di accordo, il provvedimento di diffida perde efficacia; in caso contrario, ossia dopo 30 giorni o in assenza di accordo, il provvedimento di diffida acquista valore di accertamento tecnico, con efficacia di titolo esecutivo. Secondo le indicazioni del Ministero, tale strumento deve garantire il rispetto dei contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, con riguardo all’inquadramento dei lavoratori e ai minimi retributivi (anche per lavoro sommerso), con particolare attenzione alle cooperative.
Infine, quanto all’uso della diffida accertativa, il Ministero suggerisce di considerare eventuali situazioni di crisi aziendale, nonché le ipotesi in cui sia stato raggiunto un accordo tra le parti volto a dilazionare e ritardare la corresponsione delle retribuzioni.
A cura di Alberto Bosco – Esperto di diritto del lavoro, Giuslavorista, Pubblicista de Il Sole24Ore. Consulente aziendale e formatore
 

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