Lavoro e HR

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Lavoro agile: vantaggi per il lavoratore e il datore

La riduzione del numero di assenze per malattia (specie quelle brevi) da parte dei lavoratori agili – da sola – rappresenta un più che valido motivo per “abbracciare” lo smart working: in non poche esperienze, infatti, si registra un calo delle giornate non lavorate del 50% rispetto al solito!
 
Inoltre, se tale modalità fosse introdotta in maniera significativa, calerebbe il bisogno dell’impresa di “spazi fisici” da attrezzare per mettere i dipendenti in condizione di “lavorare”: meno metri quadri (magari interi piani o edifici) da affittare o da acquistare, meno metri quadri da pulire, meno ascensori chi si rompono, lampadine che si fulminano e così via.
 
Non va dimenticato neppure, e si tratta di una previsione importantissima, quanto previsto dall’articolo 23 del D.Lgs. 15 giugno 2015, n. 80, il quale stabilisce che i datori privati che ricorrono al telelavoro per motivi legati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, in forza di accordi collettivi stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, possono escludere i lavoratori in telelavoro dal computo dei limiti numerici previsti da leggi e contratti collettivi per l’applicazione di particolari normative e istituti; ciò ha dirette ripercussioni sulla consistenza dell’organico e può comportare una parziale o totale esenzione dall’obbligo di assumere disabili, la fruizione di incentivi (per esempio per l’assunzione di apprendisti), l’esborso di somme inferiori in caso di licenziamento illegittimo, e così via.
 
Anche scegliendo il punto di vista del dipendente, la situazione migliora, e non di poco: pranzi più sani e meno frettolosi; meno tempo in coda in auto, o sui mezzi pubblici, per recarsi al lavoro (anche 2 ore al giorno), con tutto quel che ne consegue quanto alle minori spese per carburante e biglietti; più tempo per prendersi cura di sé stessi (magari praticando jogging) o dei figli (che possono essere accompagnati a scuola e seguiti nei compiti); e molto altro ancora.
 
A cura di Alberto Bosco – Esperto di diritto del lavoro, Giuslavorista, Pubblicista de Il Sole24Ore. Consulente aziendale e formatore.

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